Asl Napoli 3 Sud: quel vuoto al vertice che puzza di giochetto politico

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Lo scontro tra Udc, Ncd e Forza Italia alla base dei movimenti al vertice della gigantesca asl, che abbraccia territori molto eterogenei. Un’area di 57 comuni e circa 1milione di abitanti. Ma con pochissimi ospedali degni di nota.

Dopo poco più di tre anni la Regione Campania ha salutato il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sus, Maurizio D’Amora. Caldoro ha messo al suo posto un commissario straordinario, Salvatore Panaro. Si tratta di una scelta “interna” e a tempo, davvero poco tempo, solo trenta giorni, in attesa che il presidente della giunta campana sciolga la riserva dopo che si saranno assestati i momentanei movimenti tellurici nel centrodestra, i soliti scossoni in vista delle prossime elezioni.

Sono tre i capibastone della zona in cui l’azienda sanitaria locale di Torre del Greco esercita, ma sarebbe meglio dire dovrebbe esercitare, la sua giurisdizione sanitaria: Gioacchino Alfano, lo stabiese sottosegretario alla difesa dell’Ncd, e gli eterni rivali nolani Paolo Russo, deputato di Forza Italia, e Pasquale Sommese, assessore regionale dell’Udc ( rivali tra loro due nolani, s’intende ). Negli ambienti sanitari dell’Asl 3 si parla di frizioni tra questi noti politici dell’area e, in particolare, si racconta degli ormai storici contrasti tra Russo e Sommese. Non si sa quanto di vero ci sia dietro queste voci. Quel che è certo è che non sono chiacchiere da bar. Ancor più sicuro è comunque il contenuto del comunicato stampa diramato ieri sul conto di Panaro.

Poche righe che dicono tutto e niente. “Panaro – si scrive nella nota – già direttore amministrativo aziendale e direttore generale facente funzioni dichiara che intende “dare continuità al processo di potenziamento dei servizi sanitari e socio-sanitari offerti, nel pieno rispetto del programma di rientro dal deficit imposto dalla Regione. Questo anche attraverso l’enfatizzazione delle aree della managerialità e, più in generale, puntando sullo straordinario patrimonio di risorse professionali ed umane di cui l’azienda dispone”. Parole che suonano di rito. Espressioni che hanno il sapore della classica formalità. Tutto qui. Sullo sfondo resta la tragica realtà di una sanità allo sbando sia nel territorio Torrese-Stabiese che in quello Nolano e Vesuviano.
Qui pochi ospedali, in gran parte malridotti, scarsa offerta di servizi, presidi ambulatoriali disorganizzati e tante cliniche private che succhiano risorse, sfruttano a volontà medici, tecnici e infermieri. Dando in cambio molto poco, forse nulla. Risultato: ospedali di Napoli città sempre più saturi, fino al collasso. Basti pensare alla situazione gravissima in cui si trova quello più importante, il Cardarelli. Dove ormai i ricoveri possono essere effettuati solo piazzando in corsia le barelle. E non si trovano più nemmeno quelle.