Ciao Stato, se hai il coraggio, ora culla i cadaveri dei tuoi bambini

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Uno Stato che finge di non vedere i suoi bambini che muoiono a causa del metodo camorristico, è come un padre che non merita di sentirsi apprezzato. Storia di un’emergenza che non può restare nell’ombra.

La gente che vive nelle zone martoriate dai veleni celebra il suo funerale. E’ intollerabile qualsiasi tipo di demagogia politica. Adesso basta. Adesso nessuno è più disposto a sentire grandi nomi della politica che si dichiarano esterrefatti e pronti a intervenire. “Pronti per la partenza? Via!”, ma tutti quelli che iniziano a correre cercando soluzioni non sono mai loro, i politici. Loro annunciano soltanto che “Risolveremo questo problema”, “vi salveremo noi!”.

La gente non è cretina. La gente ha bisogno di provvedimenti immediati. Questa sta diventando la nazione dell’assurdo. Stanno morendo dei bambini. Questo non è lo spread, questa non è la disoccupazione, qua non si tratta di capire se è meglio destra o sinistra, non ce ne frega niente di che fine farà Silvio Berlusconi, non importa a nessuno capire se il fratello di Angelino Alfano sia un raccomandato o un meritevole, siamo ancora lì, ad ascoltare Letta che ci ripete “non siamo più un paese in crisi”. Ci state buttando un’enorme nuvola di fumo negli occhi per spostare la nostra attenzione su questioni meno importanti. Intanto questa contemporaneità culla tra le sue braccia i cadaveri delle conseguenze.

Non è un film, non è un’esagerazione, non è una battuta di cattivo gusto, i bambini stanno morendo davvero. Sotto terra, oltre ai rifiuti tossici, stanno sistemando i cadaveri di piccole anime innocenti. Cosa si fa a questo punto? Si parla, si pensa, si aspetta, si indaga, si posticipa. La morte intanto non ha nessun intenzione di attendere. Non bisogna tergiversare con ragionamenti ipotetici e inutili, bisogna usare un tono deciso, imperioso, che mostri alla nazione intera il coraggio dell’intervento e il sostegno alla gente che sta morendo. Camorra, collusione politica, segreti di Stato: non ce ne importa più niente adesso delle riflessioni, non importa capire quali sono le dichiarazioni scomode e scottanti del pentito Carmine Schiavone, bisogna intervenire. Adesso.

Immediatamente. Neoplasie, infezioni, tossicità incontrollate, rischiano di falciare altre vite umane. Vogliamo ancora cercare di scoprire se in passato ci siano stati accordi, collusioni e mazzette tra Stato e camorra? Stiamo ancora a questo punto? Cosa ci serve più per capire l’ovvio? Sì, è vero, è tutto vero, lo Stato è il volto d’angelo e la camorra la mano armata, entrambi componenti di uno steso corpo che ancora cammina, agisce e gestisce la vita di ognuno di noi. Dimostrateci il contrario, ma non a chiacchiere, a fatti, altrimenti questa generazione di ragazzi sarà totalmente autorizzata a disprezzare lo Stato, a mancargli di rispetto, a fuggire. Don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra che sta facendo l’impossibile affinché vengano puntati i riflettori sulla tragedia, sembra un povero Don Chisciotte e noi campani sembriamo tanti Sancio Panza.

Non deve essere così, Maurizio Patriciello è il nuovo modo di concepire il senso di nazionalità e noi tutti dobbiamo essere coloro che non restano indifferenti. Il racconto va stravolto: ora tocca a quei mulini a vento dimostrarsi invece giganti veri e protettivi che agiscono per il bene degli altri. Scrive Don Maurizio su facebook:

“Sono pronte le prime 45.000 cartoline da inviare al Papa e al Presidente della Repubblica Italiana. I vari comitati e le singole persone che vogliono averle, sono pregati di passare in parrocchia. L’indirizzo è PARROCCHIA SAN PAOLO APOSTOLO – PARCO VERDE, CAIVANO ( NAPOLI ). Vogliamo rivolgere un grande ‘grazie’ alle mamme che hanno dato la loro disponibilità a farsi fotografare con la foto del figlio morto tra le braccia. Non è facile. Ce ne rendiamo conto. Perciò vogliamo abbracciarle tutte. La morte dei loro bambini non deve essere vana. Loro sanno gridare meglio di noi il dolore e lo sdegno che ci invadono. Grazie, care amiche. Rimaniamo uniti. Facciamoci compagnia. Continuiamo a stimarci e a volerci bene. Abbiamo tutti bisogno di coraggio e di perseveranza. Perciò dobbiamo stare insieme. Insieme per amore della nostra terra e della nostra gente”. Per quanto tempo ancora si potrà fare finta che va tutto bene e che non stia accadendo nulla di grave?
(Fonte foto: Rete Internet)

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