Fiaccolata anti crisi nella capitale delle fabbriche che annaspano

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L’invito del vescovo di Nola, Beniamino Dapalma (foto), al sindaco di Pomigliano e a tutte le istituzioni: “Fate di questa città una città della solidarietà”. L’evento promosso ieri dai medici e dagli infermieri del Centro Ascolto Lavoratori.

Ieri sera nella città della Fiat la Chiesa, gli operatori della sanità psichiatrica e centinaia di cittadini sono scesi in piazza con una fiaccolata. Obiettivo: manifestare in favore dei cassintegrati, dei precari, dei disoccupati e delle loro famiglie che stanno vivendo un brutto momento, sia economico che, di conseguenza, psicologico.

Ieri a Pomigliano è giunto anche il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, che poco prima dell’inizio della fiaccolata ha tenuto una messa nella palestra della scuola elementare “Frasso”, da dove è partito il corteo serale a sostegno delle difficili condizioni in cui versa il polo industriale a est di Napoli. L’omelia del prelato è stata significativa. Depalma, rivolgendosi direttamente al sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, presente alla messa, ha lanciato un ideale appello a tutte le istituzioni. “Pomigliano è stata la città dell’auto, della Fiat, dell’Alenia: Pomigliano può diventare città della solidarietà “, le parole del vescovo rivolte ai politici presenti. ” In Natale deve essere ogni giorno. Diamo voce alle attese dei poveri, dei dimenticati, degli oppressi – il monito di Depalma – mettiamo via le maschere: siamo tutti poveri”.

Il disagio che stanno attraversando i circa 2300 cassintegrati della Fiat di Pomigliano ( gran parte di loro sono da sei mesi in contratto di solidarietà) e i tanti lavoratori precari e disoccupati dell’area, si sta ripercuotendo sulla vita di tutti i giorni in un’area prettamente caratterizzata dalla presenza delle grandi industrie. E’ una situazione che l’anno scorso ha spinto psicologi, psichiatri, sociologi e infermieri del dipartimento di salute mentale di Pomigliano ad aprire in città un centro di ascolto per i lavoratori.

“Sono un centinaio quelli che finora abbiamo assistito – spiega la dottoressa Marina Rivellini, psichiatra del dsm zonale – quello che finora abbiamo osservato è che se c’è attorno al lavoratore inoccupato una famiglia forte, unita, allora le conseguenze della precarietà e della cassa integrazione sono attutite. Ma se tutto questo viene a mancare purtroppo le conseguenze sono terribili”. Parole confermate dal suicidio di due operai del reparto logistico Fiat di Nola, quelli di Pino De Crescenzo e di Maria Baratto, e del muratore disoccupato Domenico Eredità, avvenuti rispettivamente a febbraio, a maggio e ottobre, ad Afragola, ad Acerra e a Casalnuovo. Una situazione da depressione profonda che sta però facendo scaturire reazioni costruttive.

I medici e gli infermieri del Centro ascolto lavoratori di Pomigliano, primo esempio del genere in Italia, stanno tentando di riunire tutti gli strati sociali dell’area nell’ambito di iniziative puntate sul disagio psichico. Ieri nella palestra della scuola elementare Frasso si sono esibiti insieme in alcune scene della Natività e del teatro di Eduardo pazienti cronici del dipartimento di salute mentale e lavoratori e disoccupati che stanno subendo il peso della crisi. Subito dopo c’è stata l’omelia del vescovo. “Essere responsabili – ha ricordato Depalma – significa essere custodi e protettori degli altri. Se c’è qualcuno che ti tende una mano è possibile vivere, quando ti manca il lavoro e la casa”. “I problemi – ha ammonito il vescovo – diventano tragedie quando si è soli”.