Fiat, scattano i licenziamenti per “giusta causa” nella Newco di Pomigliano

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I primi tagli con la riforma dell’art18 e dopo la creazione della nuova fabbrica per produrre la Panda. Le estromissioni riguardano tre operai-sindacalisti e un collega dell’indotto. Ieri uno di loro s’è incatenato al cancello dello stabilimento.

I licenziamenti sono pochi, appena quattro, e riguardano l’indotto. Ma sono tagli che contano perché colpiscono per la prima volta la nuova fabbrica automobilistica di Pomigliano, la newco Fabbrica Italia, riaperta soltanto otto mesi fa sotto le insegne della nuova Panda, speranza di rilancio dell’intero settore regionale. E si tratta di tagli importanti anche perché sono stati messi a segno utilizzando la “giusta causa”, lo strumento modificato qualche giorno fa con la riforma dell’articolo 18. Si tratta dunque di una “sfoltita” quantitativamente ridotta ma lo stesso emblematica in quanto dovuta, stando almeno alla motivazione addotta dalla Manital ( azienda che qui gestisce il servizio di posta interna e di pulizia degli spogliatoi ) a “ un’improvvisa riduzione delle commesse decisa dalla Fiat”.

La vicenda poi è stata resa più eclatante dal fatto che tre dei quattro licenziati, tutti postini dell’impianto, sono sindacalisti. Ieri mattina uno di loro, Silvio Antignani, rsu della Fim-Cisl, si è incatenato al cancello più importante della grande fabbrica, il varco numero due, l’accesso riservato agli operai. Ieri infatti, nonostante le lettere di licenziamento fossero state recapitate già da due giorni, i quattro lavoratori estromessi dalla Manital si sono presentati lo stesso davanti ai cancelli della Fiat per tentare di entrare al lavoro. Ma sono stati subito fermati dai vigilanti. A quel punto hanno chiamato i carabinieri e hanno parlottato con la pattuglia di militari giunta sul posto dopo pochi minuti.

“Ci impediscono di entrare in fabbrica: la fiat e responsabile di questa situazione perchè aveva garantito lavoro alla nostra azienda”, hanno spiegato i manifestanti alle forze dell’ordine. Quindi Antignani si è incatenato al cancello. Alle undici la manifestazione è terminata. “Siamo andati dal nostro avvocato a discutere i termini della vertenza”, raccontano i licenziati.“ C’è una consistente riduzione dell’attività a partire da lunedi 16 luglio”, si legge nel telegramma spedito dall’azienda ai postini. Personale che fino alla scorsa settimana si occupava dello smistamento di lettere e comunicati all’interno dell’impianto.

Oltre a Silvio Antognani, 58 anni, di Pomigliano, delegato della Fim-Cisl, sono stati messi alla porta Domenico Lo Tufo, 59 anni, di Acerra, rsu Fiom, Gennaro De Micco, 59 anni, di Barra, rsu Uilm, e Sabatino Raimo, 41 anni, di Mariglianella. Per loro la Manital ha prospettato la possibilità di un ripescaggio “vincolato” al trasferimento in regime di contratto dei servizi di pulizie civili e industriali, a tempo indeterminato e parziale, a venti ore settimanali. E con un inquadramento da operaio di secondo livello. “ Un ricatto vergognoso, inaccettabile – commenta Antignani – prima ci licenziano e poi ci dicono che ci riprendono se rinunciamo a due terzi dello stipendio. Intanto – prosegue il delegato sindacale – sostituiscono le nostre mansioni violando le più elementari regole, cioè utilizzando un impiegato, che ha mansioni diverse e che ora però sta portando la posta che consegnavamo noi: vale a dire che una sola persona ne sta rimpiazzando quattro ”.

I delegati sindacali licenziati eccepiscono inoltre la presunta “irregolarità della procedura di licenziamento”. “ Hanno violato l’articolo 14 dello Statuto dei lavoratori – spiegano le rsu – perché prima di attuare i tagli dovevano informare preventivamente le strutture sindacali ”. Stando così la situazione a Pomigliano restano solo sette dipendenti della Manital, sei dei quali con contratto dei servizi di pulizie, e un impiegato. Nello stabilimento automobilistico della Fiat di Mirafiori, a Torino, i dipendenti della Manital sono 160. Venerdi scorso hanno scioperato contro la mancata erogazione da parte dell’azienda del premio di risultato. “ Anche se eravamo solo una decina – conclude Antignani – venerdi abbiamo scioperato anche noi della Manital di Pomigliano: subito dopo, nella stessa serata, l’azienda ci ha comunicato i licenziamenti ”.