La città della svergognatezza

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Per il viaggio verso questa città occorre una valigia dove non può mancare un kit per costruirsi una bella faccia tosta, farsi eleggere e prendere in giro i gonzi di turno.

La città della svergognatezza è polivalente e riccamente adagiata nell’immaginario di milioni di persone. La si può chiamare anche città degli svergognati, tanto nessuno farà caso alla differenza che può passare tra un sostantivo, anche un po’ desueto in verità, e un aggettivo: l’importante è che si sia fieri di essere definiti cittadini svergognati a pieno titolo. Il bello, infatti, di questa città, che per tanti secoli era stata sempre evitata dai benpensanti e dai bigotti di accatto, è che si respira un’aria di impunità e di gaia perversione politica, che diventa un piacere anche solo poter finalmente immaginare che le si appartiene.

Quando qualcuno si mette in viaggio, diretto verso questa città, non ha bisogno di portare con sé molte valigie. Il bagaglio di solito contiene pochissimi indumenti, perché la norma vuole che anche d’inverno meno ci si veste e meglio è; qualche libro da prima o seconda classe della scuola primaria, perché è disdicevole munirsi di romanzi di più di dieci pagine, e infine un kit per costruirsi da soli una bella faccia tosta, di quelle disposte a promettere tutto e il contrario di tutto, faccia che, grazie ad un competente esercizio, da iterare almeno due volte al giorno, compreso nel kit, conduce ben presto a farsi eleggere e rieleggere sindaco o consigliere comunale o addirittura parlamentare e premier di governi prossimi venturi.

Così anche il viaggiatore non ha bisogno di portare con sé molto denaro; infatti, punto di onore di ciascuno, è di chiedere soldi in prestito senza discriminazioni o, meglio, turlupinare qualche gonzo di turno, affidandosi ad una delle banche più note sul mercato.
Gli abitanti della città degli svergognati sono molto gentili e disponibili. Se ne può fare spesso esperienza; basta passeggiare per strada e dopo qualche istante ci si sentirà apostrofati da alcuni buontemponi, che spontaneamente porranno tante domande sulla vita più intima, sugli affetti, sugli affari e, com’è apprezzabile, sulle proprie preferenze sessuali.

Tutto questo al solo scopo di insegnare l’arte di mettersi in piazza. In fin dei conti non si può non ammettere che i rapporti umani in questa città siano caratterizzati da una prevalente tendenza a parlare di sé, così, per il gusto di far conoscere tutto il conoscibile, senza falsi pudori e ipocrite dichiarazioni di preservazione della propria intima dignità.
Sempre per lo stesso motivo le case sono di vetro perché così tutti possono vedere la vita quotidiana e casalinga degli altri; in tal modo si aggira anche la noia di mettersi dinanzi ad un televisore, accenderlo e sorbirsi prevedibili reality, svuotati da ogni mordente sorpresa e privi ormai di fantasie scandalistiche e di oscenità. Nella città della svergognatezza è bandita finalmente l’assurda pratica di rientrare in se stessi, alla ricerca di qualche improbabile e retrogrado significato.

I cittadini svergognati hanno, come in tutte le comunità, anche quelle visibili, un eroe a cui dedicare le piazze: un personaggio importante che funge da modello per i più giovani e da promoter per i più vecchi. Dopo una rapida ricerca lo hanno individuato in Silvio Berlusconi, di cui apprezzano senza mezzi termini il rientro in campo. Com’è ovvio questa città deve difendersi da alcuni perfidi nemici, che sono difficilmente identificabili. I nemici si possono annidare nelle losche comunità di intellettuali esiliati della città oppure nell’enclave dei poeti troppo gentili per soperchiare gli altri e che fanno di una presunta e puritana indignazione morale la loro terribile ispirazione quotidiana.

La bontà degli abitanti, la tendenza costante ad infoltire il numero di coloro che da semplici turisti diventano cittadini è costantemente in aumento. A dire il vero è sempre più attraente pensarci: l’idea di trovare una bella casetta al centro di una delle piazze, vicino ad una bella discoteca all’aperto dove tutti sculettano, opportunamente di una certa età, solletica non poco e apre le porte sconfinate ad un’esistenza umana finalmente degna di questo nome.
(Fonte foto: Rete Internet)