E Isaia Sales spiega perché nel mondo di Google le mafie hanno ancora successo….

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scena da "il Padrino"

Venerdì sera, a Ottaviano, Isaia Sales ha spiegato, ancora una volta, a chi finge di non capire, che il suo libro sull’ Italia mafiosa è, sì, una storia del crimine organizzato, ma è, soprattutto, un fermo invito al sistema politico e alla società civile a riconoscere le proprie colpe.

 

Venerdì sera, a Ottaviano, nella “sala convegni” dell’ Istituto “Regina Margherita” l’Associazione”Arcobaleno Vesuviano” ha presentato il libro di Isaia Sales “Storia dell’Italia mafiosa”. L’autore è uno dei più grandi studiosi del fenomeno mafioso, a cui ha dedicato articoli fondamentali e saggi che sono pietre miliari nel percorso storiografico: cito, tra tutti, “La camorra Le camorre”, pubblicato nel 1994, e “Le strade della violenza. Malviventi e bande di camorra a Napoli”, che è del 2006. Il sindaco di Ottaviano, avv. Luca Capasso, ha sottolineato il fatto che la presentazione del libro e la presenza di Isaia Sales a Ottaviano sono segni importanti dell’impegno con cui negli ultimi anni la comunità ottavianese sta mettendo la parola “fine” a capitoli angosciosi della sua storia e sta percorrendo, in modo sempre più convinto, la strada della legalità autentica. Segno di questo nuovo capitolo della storia, ha detto il sindaco, è l’attività di promozione culturale del territorio condotta dai giovani.

Dopo i saluti dell’avv. Francesco Urraro, presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Nola – l’Ordine ha patrocinato l’evento -, Francesco Gravetti, che coordinava i lavori, ha dato la parola al prof. Marcello Ravveduto. Il quale ha analiticamente indicato i passaggi importanti del libro di Sales , quelli che segnano una svolta nell’analisi del fenomeno mafioso. Nessuno aveva mai scritto, prima di Sales, che “ le mafie appartengono pienamente alla storia d’Italia perché sono state per lungo tempo una forma di cogestione del potere, di affiancamento al potere ( e non solo di quello meridionale ) all’interno della forte interconnessione tra classi dirigenti locali e nazionali”(p. 386). Nessuno aveva mai scritto con la lapidaria chiarezza di Sales che la camorra, la ‘ndrangheta e la mafia fanno parte di un sistema di ordine.

Poi ha preso la parola l’autore del libro, il quale subito ha sottolineato il rapporto tra la sua carriera di studioso del fenomeno mafioso e l’esperienza politica. “ Quando a Ottaviano – egli ha raccontato – vennero uccisi, in agguati di camorra, Pasquale Cappuccio e Mimmo Beneventano, protagonisti della politica locale, io ero consigliere comunale a Pagani, la mia città. Fui scosso da quegli assassinii e mi imposi un compito: capire perché tutto questo era successo. Successivamente cercai di spiegarmi perché i mandanti e gli esecutori di questi due delitti, e di altri delitti di mafia, non sono mai stati scoperti”. Non ci sono stati, nel magistrale discorso di Isaia Sales, passaggi che non imponessero riflessioni anche amare, che non costringessero a vedere e a rivedere la nostra storia da un nuovo punto di vista.

Dure parole Sales ha dedicato a coloro che, spiegando il fenomeno delle mafie in chiave antropologica, ritengono che la vocazione al crimine organizzato appartenga alla “natura” dei meridionali. Costoro dimenticano che i più coraggiosi avversari delle mafie erano uomini del Sud i quali non si sono mai ritirati dalla battaglia e ai loro ideali hanno sacrificato la vita. Gli “antropologi” non vedono, fingono di non vedere, la rapidità travolgente con cui camorra, ‘ndrangheta e mafia hanno messo radici al Nord ,e non solo nei quartieri abitati da immigrati meridionali, ma anche nei salotti “buoni”, nelle “stanze segrete” dove si prendono decisioni vitali per il destino di banche, di ditte e di opere pubbliche di interesse nazionale.

Fa notare Sales che in Italia tutti coloro che hanno preso le armi contro il potere costituito, briganti, bande di criminali comuni, brigatisti, sono stati rapidamente sconfitti, annientati. Solo i membri delle mafie hanno avuto successo e continuano ad avere successo, perché essi sono schierati con l’ordine costituito, e non contro di esso. Anzi, in Sicilia hanno massacrato i sindacalisti, i minatori e i contadini che combattevano la prepotenza dei padroni delle miniere e dei proprietari terrieri. A chi sostiene che le mafie vincono perché c’è l’omertà della gente il professore rivolge l’invito a domandarsi se per caso non sia vero il contrario, e cioè che la gente si fa i fatti suoi perché vede che i mafiosi non pagano mai per i loro delitti, sono “intoccabili”. Egli ha fatto anche notare che la camorra ha avuto il predominio nell’ Italia postunitaria e nei primi trenta anni del Novecento, mentre la mafia ha incominciato a svolgere un ruolo fondamentale dopo la seconda guerra mondiale e la ‘ndrangheta pare che si sia adattata alla società globale più rapidamente delle altre organizzazioni criminali.

Il discorso e la serata si sono conclusi con le amare riflessioni di Isaia Sales sulla permeabilità della società civile alle infiltrazioni dei mafiosi e sulla enorme quantità di danaro che le mafie ricavano dal controllo monopolistico del mercato della droga: danaro che esse poi investono in tutti i settori dell’economia legale, con il conseguente rovesciamento di tutte le scale dei valori e delle regole, nella politica, nell’economia, nel sistema finanziario, nel mercato del lavoro.

Con il libro, e con il discorso di venerdì Isaia Sales ha aperto un dibattito a cui dovranno necessariamente prestare attenzione anche quelli che ora fingono di non sentire, di non vedere, di non capire.

Foto: rete interent