La Merkel, la Grecia e i diritti umani nell’ Europa governata dai governatori delle banche.

0
2343
Il suicidio del galata

La crisi totale della sovranità degli Stati. Le colpe della Grecia e quelle della Comunità Europea. La politica dell’austerità è una violazione dei diritti umani. Chi non vuole più questa Europa? Quali sono gli obiettivi della Germania?

Mercoledì a Berlino la signora Merkel non ha saputo resistere, ancora una volta, a una sua passione, che è quella di dare voti agli altri: ”le riforme italiane sono di grande rilievo” ha dichiarato e Matteo Renzi, allineandosi sulle posizioni della maestra e scaricando Tsipras, prima ha osato dichiarare “possiamo pensarla diversamente su molte cose”, poi si è corretto, e ha concluso con una battuta, in verità poco spiritosa: “ Il bello della Ue è che alla fine sulle questioni importanti si fa fronte comune”. ( CdS, 2/07). Si vede che Putin e i migranti non sono questioni importanti. Per Fitoussi, Renzi è come Hollande, solo “un generico dispensatore di buoni sentimenti” e la Merkel ha anche la memoria corta, poiché dimentica che dopo la seconda guerra mondiale venne condonato ai tedeschi, quasi per intero, un immane indebitamento.

La Grecia è sull’orlo del baratro perché Tsipras e Varoufakis pare che abbiano deciso di giocare a poker con la Merkel, senza essere buoni giocatori di poker. I due hanno fatto lo stesso ragionamento di Jean Paul Fitoussi: “quando hai un forte credito non ha senso accanirsi sul debitore” ( la Repubblica, 30/6), si corre il rischio di perdere tutto. Non hanno sospettato i due, anzi i tre, che la Merkel potesse aver messo in conto di perdere tutto, ma consolidando la base del suo potere, del potere della Germania e degli istituti finanziari, proprio con la punizione inflitta alla Grecia: colpire uno per educare gli altri.

Noto, in questi giorni, che esprime giudizi impietosi sulla Merkel anche chi attribuisce la responsabilità prima del disastro a Tsipras, prigioniero del suo stesso populismo “e delle fazioni opposte che lo sostengono”. Lucrezia Reichlin, economista, ex dirigente della Banca Centrale Europea, docente presso la London Business School ha detto che “la Grecia non era solvibile già nel 2010” e che il problema del debito greco non può risolversi solo con l’austerità: “una forma estrema di austerità corrode il capitale sociale di cui si ha bisogno per attuare le riforme.” (la Repubblica, 30/6). Del resto, la politica del rigore a oltranza ha favorito in tutta Europa la vittoria elettorale dei movimenti contrari all’euro e alla politica finanziaria della Comunità. La Reichlin fa anche notare che “una volta stabilito il principio che dall’euro si può anche uscire, tutti i Paesi fortemente indebitati” – e quindi anche l’Italia – “ sono a rischio di attacchi speculativi”. I quali attacchi diventano micidiali in un’ Europa costruita solo come macchina finanziaria: o forse l’Europa è stata costruita così solo per favorire questo tipo di attacchi.

Ma secondo Luciano Gallino e Margot E. Salomon, giurista del Centro per lo Studio dei diritti umani della London School of Economics, “i tagli a sanità, pensioni, stipendi, diritti del lavoro, istruzione, servizi pubblici imposti dalla Commissione Europea, dal Fondo Monetario e dalla Bce – la terribile troika- a Grecia Spagna Portogallo Italia e altri Paesi” “hanno inflitto gravi privazioni a milioni di persone” e perciò hanno violato i principi fondamentali di Patti e di Carte dei Diritti “ e di una mezza dozzina almeno di Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”. Dire che la politica del rigore è imposta dallo “stato di eccezione” in cui la crisi finanziaria ha sprofondato quasi tutti i Paesi dell’Unione significa ammettere, come ha notato Paul Kirchof, che “l’Europa intera, quale comunità fondata sul primato della legge” non ha più ragion d’essere. L’articolo di Luciano Gallino è stato pubblicato su “Repubblica” il 4/5/15. Qualche giorno dopo una contestatrice anticapitalista ha gettato una manciata di coriandoli addosso a Mario Draghi che stava tenendo una conferenza stampa nella sede della Bce a Francoforte: la ragazza è balzata all’improvviso sul tavolo del conferenziere. L’episodio ha dimostrato due cose: prima di tutto, che anche in Germania i servizi di sicurezza possono fare acqua, e poi che i governatori delle banche sono ora considerati da tutti come gli ispiratori più importanti della politica degli Stati. “I governatori hanno sostituito i governi”, ha scritto Danilo Taino, “ e questo è un rischio serio per le banche centrali stesse….e per la democrazia.”( “Sette”, 29/05).Perfino il sig. Mario Monti si è vantato di aver evitato all’ Italia i provvedimenti della troika. “Valeva la pena di far sacrifici, -gli chiede Aldo Cazzullo –senza veder migliorare le condizioni delle famiglie e delle imprese?”.” La troika significa umiliazione e politica neocoloniale. Noi l’abbiamo evitata.”. Così ha risposto uno che è stato Presidente del Consiglio e che è senatore a vita.(Cds, 2/07). Si è vantato di aver evitato “la troika”, non di averla mandata garbatamente a quel paese.

La spiegazione di tutto è in un articolo di Giancarlo Bosetti (la Repubblica, 30 giugno): è significativo il titolo “Cosa resta del popolo sovrano”, è significativa la riflessione che “il modello repubblicano classico della sovranità nazionale” viene demolito non solo dalla Comunità Europea, dalle multinazionali che “pesano” quanto gli Stati, dalle migrazioni, dal terrorismo, ma anche “dalle istituzioni sovranazionali, politiche, finanziarie, del commercio, del diritto, tecnologiche, sanitarie, professionali, dall’Onu alla Croce Rossa, dal Wto all’Oms.”.( la Repubblica 30/06). Alla luce di questa prospettiva, non ci dobbiamo meravigliare se nessuno sa con certezza cosa accadrà dopo il referendum greco e se tutti si dicono convinti che niente sarà come prima. Certamente scopriremo perché la Merkel non ha voluto evitare lo scontro, e sarà un bene anche per Fitoussi il quale non dovrà “dannarsi l’anima cercando di capire” quel “perché”. E si vedrà se Tsipras è un uomo fortunato, perché capita talvolta ai confusionari di tirar fuori dalla confusione, a caso, il biglietto vincente. E se sono proprio i tedeschi a non volere più non solo la Grecia in Europa, ma proprio questa Europa? Le mucche munte e smunte, si sa, vanno messe a riposo.