Sant’Anastasia, palazzo «Nicola Amore», un sogno finito

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 Avrebbe dovuto essere un punto di riferimento dedicato alla cultura e alle tradizioni vesuviane, ma il protocollo d’intesa firmato dalla passata amministrazione con la fondazione Nicola Amore che aveva fatto ottenere al comune un comodato d’uso ventennale è stato annullato con una delibera di giunta del 2 marzo.

 Il protocollo d’intesa che fu firmato dall’ex sindaco Carmine Esposito e dall’avvocato Francesco Caia, presidente pro tempore del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, proprietario del Palazzo, risale ad aprile 2013. L’intenzione era quella di partecipare all’avviso pubblico della Regione Campania avviando il progetto operativo per ottenere finanziamenti tramite il Fesr 2007/2013 stanziati al fine di valorizzare beni e siti culturali di interesse. Un obiettivo perseguito fin da mesi prima, quando l’amministrazione Esposito nominò una commissione ad hoc della quale facevano parte il giornalista Ermanno Corsi, cittadino onorario di Sant’Anastasia, l’avvocato Genesio Allocca e il dott. Luigi De Simone. Fu il loro lavoro a portare alla firma del protocollo d’intesa che avrebbe dato all’amministrazione dell’epoca la possibilità di poter riqualificare l’intero complesso ancora oggi in stato di degrado, facendo nascere poi un laboratorio interattivo per la promozione della cultura e delle tradizioni vesuviane.

Un sogno dal quale ci si è svegliati, giacché nella delibera del 2 marzo scorso, su proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Prisco, si premette che siccome il progetto non è stato inserito tra gli enti destinatari dei finanziamenti – e che il fine non può essere perseguito con fondi del bilancio comunale – l’amministrazione Abete manifesta la volontà di recedere dal contratto di comodato gratuito e dunque quella di restituire con effetto immediato la proprietà immobiliare di Palazzo Nicola Amore e le relative aree di pertinenza (circa 5mila mq) in contrada Zazzera.

Niente più tentativi, dunque. Rimarrà così, in stato di degrado e fatiscenza, il palazzo nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, edificio di notevole valore architettonico realizzato nel diciottesimo secolo dalla famiglia Marigliano e poi donato al sindaco di Napoli, Nicola Amore che ne fece uso talvolta come residenza estiva e poi lo donò all’Ordine degli Avvocati di Napoli.