Volla. L’Ufficio postale un anno dopo

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Poste Italiane sta pianificando una riorganizzazione a livello nazionale che prevede la chiusura di centinaia di uffici postali. In Campania e in Calabria ci saranno 43 sportelli in meno.

Per “ristrutturazione aziendale” si intende generalmente l’attività di riorganizzazione di un’impresa per problemi di tipo economici e/o organizzativi. Tale processo avviene dopo un analisi dei fattori che hanno portato criticità, con lo scopo di migliorarne l’efficienza e ridurne i costi.

Poste Italiane, che di “italiano” ha sempre meno, sta pianificando una riorganizzazione a livello nazionale che prevede la chiusura di centinaia di uffici postali. In  Campania e in Calabria ci saranno 43 sportelli in meno. Il suo piano di azione sembra una vera e propria ristrutturazione aziendale. I tagli e le chiusure preannunciate indicano obbiettivi di natura economica a beneficio degli azionisti, trascurando evidentemente quelli legati ai servizi per il cittadino. Un riassetto che colpirà soprattutto la popolazione più anziana, che di fatto è quella più legata ai servizi postali tradizionali. Eppure, già da tempo sono state sottolineate numerose inefficienze sull’operatività del servizio di “Poste Italiane”. Una delle tante è quella della frequente mancata consegna della posta. L’ente dichiara che la colpa è della errata toponomastica dei territori e della mancanza dei numeri civici.

A Volla, e non solo, i disagi non riguardano solo la consegna della posta, ma rappresentano un vero e proprio malessere nel rapporto con cittadini. L’edificio postale locale si trova all’angolo tra Via Dante Alighieri e Via Aldo Moro in una specie di container di circa 100 metri quadrati, adattato, ristrutturato e, sembra, “bonificato dall’amianto” da qualche anno. All’interno del piazzale della struttura quasi sempre c’è il pieno di automobili dei “clienti” e dei dipendenti, che vengono “affidate” ad un parcheggiatore, rigorosamente abusivo.

“Qualche scalino disastrato, una specie di pensilina e ci si accorge che l’ingresso diretto agli uffici è impedito da una porta automatica chiusa, regolata dall’interno, che viene aperta a seconda dell’affluenza del pubblico. Indipendentemente dalla pioggia, vento, neve, freddo, caldo o afa, per i clienti dell’ufficio, c’è un primo sbarramento con attesa all’esterno del locale. Qui, secondo l’afflusso, si forma una lunga fila di persone in attesa che per fortuna riesce a mantenere l’ordine di arrivo, educatamente. Esiste una legge che regola la quantità di persone presenti all’interno della struttura: non più di trenta, in questo caso. A mano a mano che vengono serviti i clienti interni, la porta d’ingresso magicamente si apre e lascia che si compia il ricambio … Si entra due alla volta … Qui, comincia la seconda attesa, quella ufficiale. Ci si può sedere e prendere il numero dedicato al servizio da eseguire. Ben presto, però, ci si accorge che si è entrati in una specie di prigione dalla quale non conviene uscire, se non si sono completate le operazioni. Se vi è l’esigenza di soddisfare dei bisogni fisiologici, meglio rinunciarvi, dal momento che la struttura ne è sprovvista. Pensare di uscire per poi rientrare significherebbe rifare la fila fuori, saltando il turno faticosamente conquistato”.

Un anno fa, il Movimento Cinque Stelle locale organizzò un sit-in e una petizione per evidenziare i disagi e l’inefficienza dell’Ufficio Postale. A questa iniziativa partecipò anche qualche esponente del partito democratico locale. I moduli con le firme furono consegnati dai penta stellati in procura, al comune di Volla e direttamente alla sede centrale di Poste Italiane. Nell’esposto si elencavano i numerosi disagi e si chiedeva un intervento: locali inadeguati, operazioni lente o bloccate, insufficienza di personale, mancanza di servizi igienici, nervi tesi tra utenti e dipendenti. Nonostante la numerosa partecipazione dei cittadini a sostegno di questa iniziativa, da allora è cambiato poco e nulla. L’ente ha solo provveduto a incrementare con qualche risorsa part time il personale, ma, come allora, qualunque sia l’operazione da fare, portarla al termine, è un’impresa eroica. Se da una parte il segnale è stato positivo, dall’altra parte ci si sarebbe aspettati un rafforzamento del servizio ben più convincente, con l’ampliamento del numero degli sportelli. Oggi rimangono quasi tutti i problemi che portavano e portano all’esasperazione della cittadinanza. Le file esterne in molti giorni del mese continuano, le attese sono sempre lunghissime, i servizi spesso sono erogati in maniera insufficiente, per la complessità delle operazioni e per la disorganizzazione. In più pare che anche il personale mostri sempre più segni d’insofferenza. I dipendenti fanno malvolentieri da ammortizzatori tra un servizio inadeguato e la clientela incavolata e maldisposta, pronta a riversare su di loro le tensioni accumulate. La conferma di ciò è stata quando ci siamo recati con il nostro foto-reporter per un sopralluogo e per scattare foto esterne alla struttura. Alla vista della macchina fotografica, uno dei dipendenti ha preteso spiegazioni e autorizzazioni per concederci un click, forse comprensibile poiché abituato a trattare con le “raccomandate”. Allarmato ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, che dopo essere giunte hanno verificato che le immagini prese sono pubbliche e facilmente reperibili sul web. Foto ingenue e anche poco affascinanti, ma sicuramente foto che, come sempre più spesso accade, valgono più di mille parole.

(Fonte foto in evidenza: Rete internet)

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